Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Il movimento sportivo per tutti. Dagli amatori alle medaglie d'oro

Intervista a Mauro Riccucci, presidente del Circolo Nuoto Uisp Bologna, sulle vittorie di Martina Grimaldi e il movimento per tutti i cittadini.

Nuoto con la Uispdi Vittorio Martone


BOLOGNA - Dal successo nella 10 km alla squalifica sfortunata nella gara sui 25 km: la giovane Martina Grimaldi, atleta del Circolo Nuoto Uisp Bologna, ha conosciuto i sentimenti più contrastanti nel corso dei Campionati del mondo di nuoto in Canada. Per fare il punto su questa ricca esperienza di vita e sull'attività del circolo bolognese da cui proviene questa giovane promessa dello sport italiano abbiamo intervistato Mauro Riccucci, presidente del Circolo Nuoto Uisp Bologna.

Mauro, innanzitutto un commento su questa infelice squalifica nella gara del 22 luglio.
"Siamo rimasti tutti basiti da quanto è accaduto nella 25 km. Io stavo seguendo la gara attraverso internet e, quando ho visto sparire il tempo accanto al nome di Martina, sono rimasto esterrefatto. Tutto è avvenuto al momento del rifornimento: lei era seconda e andava benissimo. Nelle gare di fondo il rifornimento viene effettuato dalla barca con delle pertiche. A causa del sovraffollamento Martina si è ritrovata a dover schivare uno di questi pali e nel farlo ha toccato il pontone subendo pertanto la squalifica. Si tratta evidentemente di un atteggiamento da perfezionare in quella situazione, visto che anche ai Mondiali di Roma dell'anno scorso Martina dovette ritirarsi per aver, quella volta, saltato il rifornimento".

Sarà scontato, ma vorrei chiederti come ha preso la squalifica.
"Non bene. Però Martina è una ragazza forte. Chiaramente dopo la gara alternava momenti di normalità a pianti, poiché ci teneva molto a fare bene. E la capisco, perché visto come stava andando mi mangio le mani anch'io. Adesso aspettiamo il suo rientro e speriamo di festeggiarla, anche se rapidamente, prima della sua partenza per gli Europei di Budapest. E per quanto riguarda invece i discorsi in prospettiva Olimpiadi, da quel punto di vista dovrebbe confortarla il fatto che la distanza olimpica è solo quella dei 10 km".

Credi che riuscirà a superare con facilità lo sconforto per questa squalifica?
"Io sono ottimista, anche perché lei ha dimostrato in tante altre occasioni di avere un carattere forte. Credo anche che non ci sarà bisogno di particolari interventi per darle supporto e non farle sviluppare la paura per questa gara. Poi tutto l'ambiente che la circonda, dai suoi allenatori ai compagni fino alla famiglia che è composta da persone molto in gamba che sanno starle vicino, è di sicuro un ulteriore elemento di tranquillità. Inoltre è positivo il fatto di avere già un nuovo obiettivo come quello degli Europei. Sono certo quindi che il tutto verrà filtrato e rimarrà solo la soddisfazione per il titolo mondiale".

Quali cambiamenti ci sono stati nel Circolo Nuoto dopo i successi dei vostri atleti?
"Per ora riusciamo, con il contributo dei dirigenti e degli allenatori, a conservare l'ambiente intatto e i nostri ragazzi, come la Martina o Marco Orsi, continuano ad essere i compagnoni di sempre assieme agli amici con cui si allenano. Naturalmente ci auguriamo che i loro successi e le loro affermazioni possano determinare un effetto di richiamo per tanti bambini e per le famiglie che intendono avvicinarsi al nuoto. Per quanto riguarda poi alcuni dati specifici, possiamo dire che nell'ultimo anno si è allargata la base degli atleti e stiamo ottenendo risultati sempre migliori. In più si consolidano i rapporti con altre realtà territoriali, come ad esempio Ravenna, e con alcune società della Romagna e la Reggiana Nuoto.".

Andando avanti in questo cammino, ritieni possibile continuare a sviluppare dei talenti senza dimenticare la vocazione allo sportpertutti?
"Possiamo affermare con sicurezza che l'allargamento delle maglie della rete tra i territori come quelli cui accennavo prima insieme allo sviluppo di entrambi i livelli, sia competitivo che amatoriale, siano elementi fondamentali per tutto il movimento sportivo. Le due cose vanno di pari passo: bisogna sviluppare lo sportpertutti per il professionismo e viceversa curare il professionismo per il bene dello sportpertutti. Questo credo contribuisca al bene di tutto lo sport nella nostra regione e non solo. Per fare ciò abbiamo bisogno che anche gli interlocutori più vicini e più lontani crescano e diano un contributo alla sinergia e al collegamento delle diverse realtà. Sinora vedo che questo sta accadendo e da questa constatazione traggo soddisfazione e voglia di continuare. Per quanto riguarda poi la realtà del Circolo Nuoto, c'è bisogno che anche noi ci si metta in discussione di fronte alla crescita ma che al contempo ci siano anche altri attori ad accompagnarci".

Hai parlato della sinergia con altre realtà e del bisogno di accompagnatori in questo cammino di crescita del movimento sportivo. Come giudicheresti la realtà attuale?
"Posso dire che noi siamo in una posizione molto dialettica con la Federazione Italiana Nuoto. Per quanto riguarda il nuoto di fondo c'è uno splendido rapporto con tutto lo staff e con il commissario tecnico, Massimo Giuliani, che proviene dalla Uisp. Trattandosi di uno sport meno 'eclatante' e commerciale, lì c'è infatti una filosofia che si preserva e le cose hanno un senso e una proporzione molto vicini alla nostra. Per quanto riguarda invece lo sport in piscina cerchiamo di mettere insieme le energie e non disperdere i valori che abbiamo. Ma, prendendo in considerazione alcuni ambienti, per il nuoto in vasca questo non è sempre così facile. C'è infatti una corsa continua di molte singole società a sfruttare gli atleti, atteggiamento che non riguarda però la Federazione nel suo complesso. Per quanto riguarda noi, il tentativo è quello di aiutare i nostri atleti con l'inserimento nei corpi militari per tutelarli anche dalle società private che spesso fanno affarismo. Nella Uisp questo processo virtuoso va avanti da anni ma, ripeto, la necessità della rete e del suo sviluppo è l'ulteriore tassello di un mosaico che deve portare noi ad accogliere nell'associazione nuove persone senza che ciò si caratterizzi come qualcosa di antitetico alla nostra origine. Da questi inserimenti, io credo, possiamo trovare forza e stimoli per una crescita generale".

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